I 9 tipi di fame

Avete mai visto un leone o un orso in sovrappeso? Sicuramente no, perché gli animali selvatici rispondono alla fame fisiologica, cioè quella che permette di ottenere energia al fine di espletare le normali funzioni per la sopravvivenza. Quindi se fossimo un leone nella savana o un orso polare mangeremmo per un motivo semplicissimo: la fame cellulare!

Noi esseri umani invece, possiamo mangiare non solo per un istinto atavico, quella saggezza interiore che ci induce a mangiare nutrienti utili alla nostra sopravvivenza, ma anche perché siamo stimolati attraverso i sensi, oppure per colmare delle carenze affettive, o ancora, per scaricare delle tensioni mentali. 

Questo accade perché la mente interagisce con il cibo e condiziona le nostre abitudini alimentari, a partire dal concepimento fino alla vecchiaia. Conoscere i meccanismi che sono alla base del rapporto mente-cibo restituisce un senso di amore e di libertà al nutrimento, che troppo spesso diventa solo un automatismo invece di un atto sacro. 

E' importante perciò iniziare a prendere consapevolezza che esistono vari tipi di fame oltre a quella cellulare: 2

  • La fame degli occhi: sfogliamo una rivista di cucina e abbiamo l'acquolina in bocca solo a guardare le foto dei piatti
  • La fame del tatto: "il piacere di tuffare la mano in un sacco di legumi", come diceva Amèlie 3
  • La fame delle orecchie: siamo al cinema e il nostro vicino sgranocchia dei pop corn, ne sentiamo il rumore e subito ci viene voglia di mangiarne una manciata
  • La fame del naso: camminiamo per strada e ci arriva il delizioso profumo di una torta appena sfornata, non iniziamo a sognarne una fetta?
  • La fame della bocca: assaporare lentamente un cibo godendoci la consistenza, cercando delle sensazioni piacevoli
  • La fame dello stomaco: è ora di cena e non abbiamo ancora messo nulla sotto i denti, ecco che abbiamo i crampi e il nostro stomaco inizia a brontolare
  • La fame della mente: "ho letto su una rivista che questo cibo contiene tot calorie, quindi non dovrei mangiarlo, quest'altro invece è sano perciò non corro pericoli.."
  • La fame del cuore: ci ritroviamo a mangiare una vaschetta di gelato davanti ad un film strappa lacrime nel tentativo di superare una delusione amorosa, oppure ci sentiamo in ansia e sgranocchiamo un pacchetto di patatine per calmarci


E tu, ti sei riconosciuto in alcune di queste situazioni? 
Nei prossimi post approfondiremo meglio questi argomenti intanto, quando hai fame, prima di addentare qualunque cosa ti capiti a portata di mano, fermati un attimo e chiediti se la fame che senti è reale o se rientra in queste categorie.

Buon percorso,

Laura













1 Riefoli M. Il rapporto mente-cibo. La guida più completa sui meccanismi mentali in relazione all'alimentazione dal concepimento alla vecchiaia. (2005)
2 Bays J.C. Mindful eating per riscoprire una sana e gioiosa relazione con il cibo. Enrico Damiani editore (2018) 
3 Il favoloso mondo di Ameliè (2001)

Benvenuti




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Il titolo lo preannuncia, parleremo di come riportare l'attenzione su un'azione automatica e troppo spesso data per scontata, quella della respirazione. Tante volte durante la giornata andiamo in affanno, quando basterebbe chiudere gli occhi, poggiare una mano sull'addome, una sul petto per riconnetterci al nostro respiro. 

Questo piccolo gesto può essere svolto ogni volta che ne abbiamo bisogno, ma è fondamentale nel momento in cui ci nutriamo. Al giorno d'oggi mangiamo sempre più spesso in maniera frettolosa e inconsapevole, magari un tramezzino trangugiato in piedi al bar, o peggio ancora in ufficio mentre continuiamo a lavorare al PC. Cerchiamo sapori intensi e proviamo a colmare dei vuoti che molte volte non hanno nulla a che vedere con la fame. 

Il cibo infatti, ha certamente un ruolo strutturale e fisiologico, grazie alle sue componenti bromatologiche che contribuiscono al mantenimento in salute del nostro corpo. Tuttavia è anche una fonte di nutrimento per la mente e per l'anima. Per questo a mio giudizio, non si può parlare del rapporto con il cibo solo in maniera schematica ed asettica, senza considerarne anche gli aspetti emozionali e psicologici ad esso connessi. 

Forse l'alimentazione consapevole ti può apparire stravagante, ma ci sono anni di studi e di ricerche a riguardo, svolte in tutto il mondo. Nei post successivi troverai sempre i riferimenti bibliografici, in modo che possa verificare tu stesso le fonti. 

In questo percorso di consapevolezza vedremo quindi come l'osservazione, l'attitudine non giudicante e la connessione con il respiro durante i pasti, siano condizioni importanti per sentirci soddisfatti e sazi, tanto quanto la scelta di cibi sani. 

Nutriamoci con amore. Uso il noi, perché sarò la prima a mettere in pratica gli argomenti che tratteremo, come biologa nutrizionista, istruttrice di yoga e istruttrice di mindful-eating, ma prima di tutto come essere umano.

Ricordati che anche il più lungo dei cammini inizia dal primo passo, e se stai leggendo queste righe, probabilmente l'hai già fatto.

Buon percorso,

Laura